Mese: Settembre 2017

L’assegno alla ex moglie non si decurta!

assegnoCon l’ordinanza n.21359/2017,  la Corte di Cassazione è tornata a parlare dell’assegno divorzile.

IL CASO

Era accaduto che l’assegno divorzile concesso alla ex moglie fosse stato decurtato da 500 a 250 euro. La decisione era stata impugnata dalla signora poiché, a fronte delle contestazioni specifiche e circostanziate che indicavano lo svolgimento di una attività imprenditoriale non dichiarata fiscalmente da parte del marito, pubblicizzata anche con uno specifico biglietto da visita e riscontrabile nei suoi movimenti bancari, il Giudice avrebbe dovuto procedere alle verifiche ed alle indagini di polizia tributaria.

La moglie, infatti, non poteva provare ulteriormente il reddito del marito essendo per lei impossibile accedere alle relative informazioni. L’ex coniuge, inoltre, non aveva dato prova del suo reddito effettivo, non avendo mai proceduto a portare in giudizio idonea documentazione, malgrado il Giudice più volte gli avesse ordinato l’esibizione.

AFFERMA LA CORTE

La Cassazione, chiamata a decidere sulla questione, ha così statuito:”Il giudice del merito, ove ritenga raggiunta aliunde la prova dell’insussistenza dei presupposti che condizionano i riconoscimento dell’assegno di divorzio, può direttamente procedere al rigetto della relativa istanza, anche senza aver prima disposto accertamenti d’ufficio attraverso la polizia tributaria, atteso che l’esercizio del potere officioso di disporre, per il detto tramite, indagini sui redditi e sui patrimoni dei coniugi e sul loro effettivo tenore di vita rientra nella sua discrezionalità, non trattandosi di un adempimento imposto dall’istanza di parte, purché esso sia correlabile anche per implicito ad una valutazione di superfluità dell’iniziativa e di sufficienza dei dati istruttori acquisiti“.

LE CONCLUSIONI

In sostanza la Suprema Corte afferma che, quando sussistono sufficienti prove sul reddito del coniuge acquisite nel corso del giudizio, non esiste un obbligo da parte del Giudice di adire la polizia Tributaria.

Se però le prove non sono sufficienti, allora non si può procedere ad una riduzione dell’assegno di mantenimento senza prima aver disposto i dovuti accertamenti attraverso la polizia giudiziaria.

Per tale motivo, afferma la Corte, nel caso in questione, non essendo state portate in giudizio sufficienti prove sull’effettivo reddito del marito, il Giudice avrebbe dovuto chiedere l’intervento della polizia tributaria.

Avv. Gabriella CAMPA

I figli hanno bisogno dei loro genitori

Sono tanti gli obblighi che un genitore ha verso i propri figli. Essere genitori è una responsabilità alla quale non ci si può sottrarre, soprattutto nei primi anni di vita durante i quali i bambini hanno bisogno di attenzioni, di affetto e della costante presenza della mamma e del papà. Ed ecco perché il Tribunale di Milano, con sentenza n.2938/2017, ha disposto a carico di un padre un risarcimento per danno da “privazione della figura paterna”.

Il fatto risale a un pò di tempo fa. La madre di un bambino disabile aveva chiesto al Tribunale che venisse dichiarata la responsabilità del coniuge che, pur avendo riconosciuto il figlio, non aveva mai voluto vederlo. Dalle perizie richieste dal Tribunale era emerso che il bambino, benché affetto da una grave forma di paralisi cerebrale, aveva una sensibilità emotiva particolarmente sviluppata che gli aveva fatto percepire la totale assenza del padre in modo ancor più acuto e pregnante rispetto a soggetti privi della descritta disabilità. Sicché, il Tribunale ha ritenuto di condannare il padre poiché “la condotta paterna, caratterizzata dal rifiuto di ogni approccio e contatto con il figlio disabile e particolarmente odioso in quanto motivato proprio dalla sua disabilità, configura un illecito e rappresenta certamente una perdita per il figlio che ha segnato la sua vita incidendo significativamente sulla sua delicata identità personale e che non può essere certamente compensata dalla presenza dell’altro genitore o dei parenti prossimi e nemmeno compensata dal sostegno economico”.

I figli hanno bisogno della presenza dei loro genitori.

Avv. Gabriella CAMPA