L’anno è appena iniziato, ma già dalla Suprema Corte è arrivata una sentenza che sicuramente farà discutere. E’ infatti accaduto che il coniuge si sia visto respingere dalla Corte d’Appello la richiesta di mantenimento. Ciò a causa della durata breve del matrimonio. La Corte infatti, aveva escluso il diritto del ricorrente all’assegno divorzile, fondando esclusivamente la propria argomentazione sulla durata del matrimonio (poco più di due anni dalla celebrazione alla separazione di fatto, con l’uscita dalla casa coniugale della moglie), avendo richiamato alcune recenti sentenza della Suprema Corte, nelle quali, per l’appunto, l’assegno di mantenimento era stato negato per la brevità della durata del matrimonio.
Proposto ricorso in Cassazione, il Supremo Collegio è stato però di contrario avviso, riconoscendo al ricorrente il diritto al mantenimento. Nella sua decisione, la Cassazione ha stabilito che le sentenze sulle quali si era basata la Corte d’Appello erano casi eccezionali di divorzio brevissimo (pochi giorni o pochi mesi di convivenza), ma che la durata del matrimonio è rilevante solo per la quantificazione dell’assegno, non per il suo riconoscimento. La Corte ha perciò affermato che: “presupposto per il riconoscimento dell’assegno di divorzio è che il richiedente non abbia redditi adeguati e non sia in grado di procurarseli per ragioni oggettive. Non vi è dubbio che il criterio relativo alla durata del matrimonio attenga al momento successivo della quantificazione“. Di conseguenza, anche se il matrimonio è stato di breve durata, l’assegno di mantenimento, qualora ricorrano i presupposti, deve essere sempre riconosciuto.