Con la sentenza del 14 luglio scorso n. 14414 la Suprema Corte torna a parlare di addebito della separazione.
I fatti. Il marito chiede l’addebito della separazione alla moglie perché ritiene che la stessa abbia iniziato una relazione via internet con un altro uomo. La signora nega, provando invece, con certificati medici, una condotta violenta del marito verso di lei.
La Corte d’Appello, e successivamente la Suprema Corte, respingono la richiesta di addebito del marito, ritenendo che il tradimento della moglie sia avvenuto quando già la coppia era in crisi ed era già maturata una situazione di intollerabilità della convivenza tra i due coniugi.
In un altra sentenza, la n. 25337 del 2015, ad una moglie viene invece addebitata la separazione per aver confessato addirittura un “falso” tradimento. In questo caso era accaduto che la moglie per mettere alla prova la gelosia del marito gli aveva confessato di aver avuto una relazione extraconiugale. I giudici hanno ritenuto che tale circostanza avesse minato il rapporto di coniugio tra i due umiliando e gettando il marito nello sconforto, allo stesso modo di un tradimento reale e di conseguenza addebitavano alla moglie la separazione per aver reso intollerabile la convivenza e per essere stata causa della separazione.
In sostanza, occorre verificare caso per caso le circostanze che possono comportare l’addebito. Come abbiamo visto, talvolta anche un finto tradimento può essere causa di addebito se questo è tale da ledere il rapporto di coppia che fino ad allora aveva conservato una propria stabilità.